venerdì 20 gennaio 2012

Africa - the roots

Come ben sappiamo e come è presumibile, per chi non lo sa, le radici dell'hip-hop si trovano in Africa, o comunque tra la gente Africana.
Da molti considerati i primi uomini della terra, gli Africani ebbero sin da subito molti legami con le popolazioni limitrofe, sviluppatesi postume, come i popoli islamici.
Grazie a questi ultimi, nella cultura musicale africana incominciò a svilupparsi l'omofonia, ad essi prima sconosciuta.
Importante figura che funge da congiunzione tra gli africani e il popolo islamico, è quella del Griot, considerato dai più il predecessore del blues man o più semplicemente del rapper. Essi erano in particolare conosciuti come musicisti professionisti, nomadi e cantautori, dell' Africa Occidentale. Essi fungevano per lo più come depositari della tradizione popolare.


"I riferimenti afrocentrici dell'hip-hop americano sono evidenti già nel nome del pioniere: Afrika Bambaataa, ma il continente originario dei neri americani in realtà si avvicina al rap soltanto nella seconda metà degli anni '80. A parte alcuni esperimenti, l'Africa comincia a produrre hip-hop in prima persona nella sua area anglofona, in particolare nel Sudafrica dell'apartheid, dove i ghetti trovano nel rap, nel graffiti-writing e nella danza una nuova espressione di resistenza. Caduto il regime razzista, l'hip-hop locale ha mantenuto una posizione critica nei confronti della nuova politica. La scena principe è a Città del Capo, dove risiede la crew più conosciuta a livello internazionale, i Prophets Of Da City. Anche in Ghana e in Nigeria si segnalano interessanti focolai hip-hop, ma senza ufficiali sbocchi sul mercato.
Sulle scene di lingua francese dell'Africa occidentale ha avuto un poderoso effetto detonante il successo di Mc Solaar, rapper numero uno in Francia per molti anni ma nato in Senegal.
Nella sua scia e con il suo incoraggiamento, Dakar è diventata una fucina di posse, rappers, ballerini, writers e djs. La crew più in vista è la Positive Black Soul, un duo proveniente dal ceto medio.
Più rivolti verso il raggamuffin sono i Daara J.
Accanto a quella senegalese, brilla la scena della Costa D'Avorio. Nella capitale, Abidjan, solo nel 1997 vennero censiti 400 gruppi a vario titolo riconducibili all'hip-hop e nacquero dei progetti molto importanti come "Rap African Production" e "Coast To Coast".
La voce del rap denuncia anche il malessere dell'Algeria. Accanto ai cantanti "rai", peraltro in gran parte emigrati in Francia per sfuggire al piombo degli integralisti, una nuova generazione di rappers sta conquistando il mercato delle cassette a suon di hip-hop rivisitato in chiave locale."


Vi linko qui sotto alcuni video dei nomi citati più sopra.


Buon ascolto!












Eleonora






[per questo post ho utilizzato informazioni trovate nel libro "Hip-hop" della Giunti e dal sito yoyomid.com/culture]

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